Cosa cambia?

Oggi voglio divertirmi un po’ e parlare di qualcosa di futile ma anche di tanto condivisibile.

Diventare genitori. Essere genitori. Vivere da genitori.

Cosa vuol dire veramente? Quanto abbiamo fantasticato prima di fare il grande passo? Quanto abbiamo discusso con il nostro partner (scusate il termine ma volevo essere il più generico possibile) prima di intraprendere il percorso del non ritorno?

Con questo non voglio prendere in giro nessuno o sminuire la complessità dell’argomento e la vita di milioni di persone che con o senza sofferenze affrontano il tema della gravidanza.

Però dal punto di vista editoriale del blog, permettetemelo oggi voglio anche scherzare sulla figura del genitore, sul “Cosa cambia?” quando lo si diventa aiutando anche tutti i genitori di gemelli con un post divertente.

In tutta la mia vita, fino a che non ne avessi avuto realmente curiosità, alla domanda Cosa succede quando si diventa genitori? Che cosa si prova? Come ci si sente? non ho mai ricevuto una risposta esaustiva, reale, convincente. Diciamoci la verità, il più delle volte ci si sente rispondere che è una cosa meravigliosa, che è fantastico, che ti cambia la vita, eh quante ne ho sentite. Tutte romantiche. Oppure ci sono quelle estremamente negative, del tipo, Hai finito di campare, non esisti più.

Ma finché non diventi genitore, non sei genitore e non vivi da genitore, è difficile, se non impossibile comprendere queste risposte, che a mio avviso sono tutte incomplete. Il diventare genitore non è solo al momento della nascita dei figli, indiscutibilmente un momento incredibile, ma tutto quello che c’è dopo. E questo “dopo” evolve con il tempo. Perché esserlo dopo una settimana, non è come dopo 6 mesi, né tantomeno dopo 2 anni e così via.

Io per esempio il giorno stesso in cui sono diventato padre, non riesco e non posso rispondere con quello che la gente vorrebbe sentirsi dire. Non ero entusiasta o euforico o felice o disorientato. Non volavo tre metri sopra il cielo. Se è per questo non avevo manco scavato una buca tre metri sotto terra.

Il giorno in cui sono nati i miei gemelli ci crediate o no pensavo solo a mia moglie. A come stava dopo il parto, a quello che aveva vissuto nelle ultime 12 ore. All’operazione subita (cesareo). Pensavo a come stavano Lucio e Lorenzo, prematuri. Se avrebbero avuto o no complicazioni. Dopo neanche 30 minuti che ero divento padre, il medico pediatra mi ha richiamato all’ordine per spiattellarmi tutta una serie di regolamentazioni da seguire in ospedale, ho avuto a che fare con l’ufficio registrazione dei nomi e dell’anagrafe, con della documentazione che mi avrebbe permesso di vedere i miei figli negli orari del reparto TIN (vedi post annesso).

C’è voluto del tempo, direi anche dei giorni prima che potessi riorganizzare i miei sentimenti e le mie emozioni.

Quindi alla domanda Come ci si sente ora che sei padre? ho risposto, Bo? Bene! Ma era la verità, stavo bene, perché ero lo stesso Antonio di sempre, lo stesso di 1 ora prima che nascessero i miei figli. Lo stesso Antonio che per 40 anni non è stato padre, ma che in quel momento lo era. Penso sia naturale immaginare di sentirmi più vicino all’Antonio di prima che all’Antonio padre. Ero padre da meno di 1 ora. Che ne sapevo a cosa andavo incontro?

Sono passati 2 anni e 1/2.

Fatemela ora la domanda. Chiedetemelo ora che Cosa significa diventare genitore, essere genitore e vivere da genitore?

Cosa cambia?

Eh cosa cambia.

Dovrei scrivere un altro post con un altro monologo, ma ho paura che non mi basterebbero 10 post per rispondere completamente ed il post mi sembrerà sempre mancante di qualcosa, perché avrei paura di non essere stato chiaro.

Allora mi affido ad una scena di un film, che più di ogni altra risposta che potrei dare, meglio riassume il concetto alla domanda Cosa cambia?

Il film è Piacere, sono un po’ incinta e la scena parafrasa questo.

(Stan protagonista del film si rivolge ad un padre al parco con i suoi tre figli che giocano liberi)

Stan – Insomma com’è avere tre figli?-

Padre – E’ fantastico!! Solo che, mi manca il sonno, il tempo libero, il sesso con mia moglie, mangiare nudi in salotto il venerdì sera…-

Stan – Non è questa la risposta che mi aspettavo, lascia perdere! –

(pausa)

Padre – Vediamo se riesco a farti capire, è… è orribile, orribile, orribile orribile…e a un tratto, arriva un momento bellissimo, poi, di nuovo orribile, orribile, orribile, orribile…orribile…-

(pausa)

Padre – …poi arriva un momento bellissimo, ed è, ed è così ogni giorno, tutti i giorni, ed io mi sento come se affogassi, come se annaspassi per riavere la mia vecchia vita, e poi, arriva un breve momento che…che è così magico, così pieno di promesse che ti fa capire che ne vale la pena. Sarai contento che ti sarà capitato.-

Per chi lo preferisse allego un link alla scena.

Per chi ha voglia di parlare di un’esperienza simile, può farlo alla pagina dei post.

 

 

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