Il tempo è relativo

Ogni volta che ripenso al nome del blog che abbiamo scelto in una calda serata estiva, Uno? Che ce vò!, non posso fare a meno di pensare quanto di più azzeccato poteva essere questa espressione, nel nostro quotidiano.

Prima di diventare genitore, la vita mia e di mia moglie era più precisa e più puntuale di quella attuale. Ci alzavamo puntuali con la sveglia per andare al lavoro. Uscivamo puntuali e ci davamo appuntamento a casa o in qualche lounge bar per un aperitivo sostanzioso, se non avevamo voglia di rientrare a casa e cucinare per la cena. Riuscivamo ad incontrarci con amici con cadenza settimanale, arrivando puntuali ai rendez-vous a Trastevere, o Ponte Milvio, per una birra il venerdì o sabato sera. O un pranzo al sole sull’Aniene al Lanificio. Ed a Roma essere puntuali è veramente un pregio, considerando la mole di traffico, i mezzi pubblici ingolfati e la tranquillità con cui i romani affrontano i tempi di spostamento.
Oggi tutto questo è le-tte-ral-men-te impossibile!
Ci illudiamo di riuscire a fare le stesse cose o almeno, i primi mesi, dopo la burrasca iniziale, cerchiamo in tutti i modi di mantenere lo stesso ritmo, gli stessi parametri temporali per affrontare la giornata, ma, date retta a me, lasciate perdere.
Si vabè, ok, provateci, è giusto poter dire che “tentar non nuoce”.
Ma alla fine vi consiglio di arrendervi!

Perché non sembrerà, ma avrete vinto.
Io personalmente ho lottato e combattuto fino allo stremo delle forze per rimanere nei tempi, per riuscire a fare tutto sia per loro che per me, o per mia moglie, cercando di ritagliarmi il tempo libero per vedere un film al cinema o una per una passeggiata.
Ma ho sprecato tempo, forze e pazienza.
Ci illudiamo si (e l’ho già detto) di poter partecipare ad eventi con amici o parenti, o di potervi stare nei tempi.
Di rispondere SI alla domanda -Ci vediamo alle 13 a casa nostra?- o SI -Ci vediamo alle 17 al Pantheon per una passeggiata?-
Quante bugie, quante falsità a noi stessi. Lasciate perdere, lasciate perdere!
-Ma allora non c’è soluzione!- penserete voi.
Una soluzione non c’è, ma un metodo ve lo posso consigliare.

E questo metodo non vi farà arrivare in tempo ad un appuntamento, ma vi farà stare meglio se non riuscirete ad andarci.
Sembra uno sciogli lingua ma mi spiegherò meglio.
Il tutto sta nell’organizzare il tempo con i gemelli ad eventi. Step by step direbbero gli inglesi.
Durante la giornata ci sono degli eventi o azioni obbligatorie che dobbiamo fare e che hanno dei tempi più o meno precisi. Ma gli eventi non sono sicuri. Ci sono quelli che organizziamo noi e ci sono quelli che arrivano.
In questo periodo mi trovo a casa con i gemelli da solo dalla mattina finché mia moglie non rientra dal lavoro la sera.
La giornata è cadenzata da eventi certi: la sveglia dei bambini (ora ancora in vacanza e quindi senza l’obbligo del nido), il pranzo, la pennica pomeridiana, la cena, la messa a letto.
Dentro questi eventi certi devo incastrarci altri eventi più o meno certi.
Dopo la sveglia mattutina devo preparare e far fare la colazione, poi li cambio dal pannolino notturno stracolmo, li lavo velocemente e li cambio per dentro casa. Badate che per la cura personale, o lo fate prima che si svegliano o non è detto che riusciate a farlo.
Ora io non sono particolarmente veloce, ma se poi voglio riordinare la cucina, le camere, varie ed eventuali, mediamente mi ritrovo che sono le 10h30 o le 11h.
OK! Siamo già a buon punto. Il prossimo evento certo è il pranzo.
Nel nostro caso quando sono a casa, li faccio mangiare tra le 12h30 e le 13h. Volendo impiegarci una mezzoretta per fare tutto, nel peggiore dei casi ho un’ora fino a mezzogiorno per fare qualsiasi cosa. Che può essere fare una lavatrice, mettere a posto una cosa in particolare, sistemare il balcone, che ne so, una qualsiasi cosa che non richieda più di un’ora di tempo.
Detto ciò è facile scartare tutto il resto che diventa impossibile.

Perché se alle 11h decidessi di uscire con loro, rischio di saltare il pranzo o di fare tardi e quindi di ritrovarmi all’ultimo per rientrare a casa, preparare il pranzo, sistemare loro che saranno arrabbiati perché tardo a preparare, io che mi innervosisco perché non ce la faccio e tutto finisce nel peggiore dei casi.
Quindi, non esco.

Non so se mi sono spiegato.

Se si decide di uscire, si tolgono degli eventi per dare spazio ad altri, ma sempre senza stare troppo a guardare l’orologio.
Giorno dopo giorno io e mia moglie abbiamo imparato a discretizzare la giornata ed a muoverci per eventi.
Il bagnetto è un evento.
L’aerosol è un evento (e chi ne ha due lo sa benissimo che cosa vuol dire quando il pediatra dice -Fategli 2 o 3 aerosol al giorno per il raffreddore!- e tu pensi -Voleva dire 4 o 6 aerosol al giorno, dottore!!)
La merenda è un evento.
Insomma, ognuno poi ha le sue abitudini ed io consiglio vivamente di trasformare le abitudini in eventi ed inserirle in una suddivisione temporale giornaliera.
Vedrete che con questo metodo (non soluzione), riuscirete a fare tutto ciò che dovete fare e magari arrivare in tempo ad un appuntamento, o anche no. Ma almeno non ci rimarrete male.
Ah,e  ricordatevi: che gli eventi, per noi, sono doppi.
D’altronde si sa, con Uno? Che ce vò!

E voi come fate? Non esitate a scriverci nella nostra pagina dei post.

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