No, non è la stessa cosa.

Quante volte mi sono sentito dire: “Dai, in fin dei conti è la stessa cosa!”
“È come avere due fratelli vicini di età”. O peggio, due fratelli di età ben differente, tipo 3 anni di differenza.
Certo magari chi ha gemelli di sesso diverso, mi potrà sottolineare qualche differenza, ma vi assicuro che per gli omozigoti, no. Non è la stessa cosa.
Prima che nascessero e prima che diventassi padre e prima che avessi la minima idea a cosa andavo incontro, mi lasciai andare e anche io provai a trovare conforto e supporto nella lettura psicologica infantile.
Con quei classici libri blasonati, Genitori in una settimana, Come educare i figli in 3 giorni, Come insegnare loro qualsiasi cosa in 3 ore!!!
Ce ne sono di tutti i gusti e diciamo la verità, presi un capitolo qua ed un paragrafo la, possono anche tornare utili. Educativi si per noi genitori, un po’ meno per i nostri gemelli.
La verità è che la maggior parte dei libri in commercio sono per figli singoli, bambini venuti al mondo come figli unici o con un fratello o sorella più grandi. Si, ci sono anche libri sui gemelli, ma per lo più cercano di affrontare dei metodi, o magari consigliano cosa conviene o non conviene fare.
Ma non ci sono libri assoluti sui gemelli. Nossignore.
E forse una risposta ce l’avrei pure.
Perché gli stessi autori hanno paura di dire la verità.
La nuda, cruda e sfacciata realtà: che educare due gemelli è un’impresa ardua, difficile, tutta in salita, le cui soddisfazioni spesso vengono di gran lunga superate dalle delusioni (parlo sempre in tema educativo e non in senso di vita e amore).

“E quindi?” Vi chiederete voi.

Non vi preoccupate, dietro questo dilemma catastrofista, c’è una risposta consolatoria.
Noi le risposte ed i confronti più pratici ed efficaci li abbiamo avuti sempre da altri genitori di gemelli.
Si, mi dispiace ma è così.
E personalmente siamo stati fortunati, perché io ho un collega con due gemelli nati due anni prima dei nostri ed un’altra coppia di amici con due gemelli nati 8 mesi prima dei nostri.
Questo vuole dire una fonte anticipataria di informazioni, errori e soluzioni fresche e pronte in qualsiasi momento.
Si. Perché solo loro sapevano le nottate passate insonni doppie, i carichi pesanti negli spostamenti doppi, i tempi impiegati per farli dormire da soli doppi!!

Chi ha un figlio solo, quello che facciamo noi, non lo fa. E quindi non lo sa!

Ed al contrario chi ha un figlio solo può permettersi una serie di scelte, azioni e soluzioni che con due gemelli non funzionano.

Noi non portiamo a dormire i nostri gemelli nel letto con mamma e babbo un giorno si ed un giorno pure, pur di farli dormire. Ma vi dirò di più: non teniamo neanche i nostri gemelli a dormire nei lettini insieme a noi nella nostra camera. No cari!
Perché?

Perché non c’entrano. Ecco perché!
Perché non abbiamo una camera grande per ospitare un matrimoniale e due lettini. E non c’entriamo neanche se li vogliamo tutti e due nel letto con noi. E chi dormirebbe più!?
Non ci rilassiamo mentre un genitore passa l’unico figlio che ha, all’altro, per uscire dal ristorante mentre dorme o deve mangiare, nossignore, perché mentre la mamma tiene uno, tu…stai tenendo l’altro!
Noi non ce ne andiamo al cinema o a cena fuori fin da quando sono piccoli, perché sono veramente rari quei nonni che riescono a tenere i bambini-gemelli per una serata intera. Non ci sono. E le baby-sitter per gemelli scarseggiano e costano care.
Noi facciamo fatica pure ad andare alla recita di uno dei gemelli perché magari le recite le fanno insieme in classi separate o meglio fanno la recita a cavallo della chiusura. E cosa fai? Ti guardi la recita di uno mentre l’altro aspetta in classe da solo? O fai uscire prima quello senza recita per portartelo dietro?

I gemelli normalmente iniziano a gattonare tardi e quindi a camminare tardi.
E se iniziano ad andare al nido e tu devi tornare al lavoro come tutte le persone normali del mondo, ti ritrovi a fare quello che fanno i genitori con un figlio solo ma col doppio dello sforzo e del tempo.
E magari piove e devi farli scendere dalla macchina, dopo che hai trovato parcheggio e sai che non ti aiuterà nessuno. No belli miei!
Non è la stessa cosa!

Per non parlare dell’educazione. Quant’è difficile!
Viene quasi automatico educarli con tempistiche e metodi uguali, ma loro sono due entità diverse, con caratteri estremamente diversi.
E quando devi rimproverare uno o meglio premiarlo per una cosa buona che ha fatto, l’altro sta sempre li a guardare. E come glielo fai capire che stai premiando uno e non tutti e due?
Capita spesso che uno dei due faccia i capricci ed io decido di negargli magari il cartone animato tal dei tali in un pomeriggio di pioggia. E magari invece l’altro gemello s’è comportato com un angelo. Cosa fai? Neghi il cartone a tutti e due? Si, capita, però anche per te genitore che strazio vedere negli occhi “dell’angelo” (che tanto poi sarà il diavoletto il giorno seguente) il disappunto perché anche lui non vedrà il suo cartone preferito o non avrà il gelato. Insomma decidete voi. Se ne hai uno, premio o negazione (blanda sia chiaro) non ha confronti. Non ci sono conseguenze se non nell’educazione diretta del figlio.
Ma con due gemelli bisogna ahimè tenere sempre presente che tutto quello che deciderai nel bene e nel male per l’educazione di uno, influirà sempre e dico sempre anche nell’educazione dell’altro.
E queste decisioni, queste sfumature ce le hai tutti i santi giorni e vi assicuro che muoversi, decidere, rinunciare e cosi via, per due gemelli non ha niente a che vedere se si avesse un figlio unico.
Con un figlio solo si hanno decisamente centinaia di opportunità in più e situazioni in cui puoi sforare nei comportamenti educativi.

Noi per esempio abbiamo uno che è più tranquillo, timido ma solare e l’altro più autonomo, intraprendente e testardo.
Nell’arco di una giornata può capitare che il “testardo” si prenda più rimproveri perché non sta mai fermo, decide, vuole, fa…per carità, se lo vediamo da un altro punto di vista può anche essere un pregio. Ma il rischio è quello che passa dalla parte del torto, mentre il fratello che rimane a guardare, per quanto possa amarlo, ne approfitta alla grande, facendo notare che lui è buono, che non fa i capricci e bla bla bla.
Ora viene quasi naturale di educare e trattarli come se non ci fosse nessun altro a guardarci, ma ahimè la realtà è che loro stanno sempre li, in due ed osservano. Per questo il rimprovero o la premiazione o qualsiasi altra azione educativa bisogna che sia mediata, studiata e che coinvolga sempre tutti e due, magari con pesi diversi, ma mai 100% ad uno e 0% all’altro, perché così si rischia la disparità.

Se uno dei due è più bravo a fare una cosa e l’altro è una pippa (lasciatemelo dire) o magari è “disinteressato”, un genitore deve riuscire a coinvolgere la pippa. La “cosa” deve essere vissuta insieme ed il traguardo deve essere raggiunto in famiglia, diventando una cosa bella per tutti.

Se ne hai uno, questi problemi non te li poni proprio. D’altronde si sa, con Uno? Che ce vò!

Per noi è diverso, dobbiamo impegnarci il doppio, giorno dopo giorno, senza mai perdere “troppo” la pazienza e con la consapevolezza che tutto quello che facciamo sarà per il loro bene.

A questo proposito vi invito a seguirci per un prossimo post basato sul concetto di RESILIENZA attitudinale.
Un concetto nuovo nell’ambito della psicologia infantile ma utile, una volta compreso, a tutti i genitori in attività educative.
Chiaramente per noi gemellitori, sarà utile al quadrato.

 

 

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